Agenti biologici: un rischio spesso nascosto

Dall’Agenzia europea una scheda sui rischi di natura biologica. Numerosi i settori interessati.

Tali sostanze sono riscontrabili in numerosi settori, ma, essendo raramente visibili, non sempre i rischi che comportano vengono opportunamente percepiti. Si tratta di batteri, virus, funghi (lieviti e muffe) e parassiti.

Gli agenti biologici possono provocare tre tipi di malattie:

  • infezioni provocate da parassiti, virus o batteri,
  • allergie scatenate dall’esposizione a muffe, polveri di natura organica (es. polveri di farina, acari),
  • avvelenamento o effetti tossicogenici.

Alcuni rischi di natura biologica potrebbero essere cancerogeni o provocare danni al feto.

I microrganismi possono entrare nel corpo umano tramite le membrane delle mucose o microfessurazioni della pelle. Possono essere inalati o inghiottiti, portando ad infezioni dell’apparato respiratorio superiore o del sistema digestivo. L’esposizione può avvenire anche incidentalmente, per morsi di animali o punture d’aghi.

L’esposizione agli agenti biologici può avvenire ogni qual volta le persone vengano a contatto sul lavoro con:

  • materiali naturali o organici come terra, argilla, derivati da piante (fieno, paglia, cotone ecc.),
  • sostanze di origine animale (lana, pelo ecc.),
  • generi alimentari,
  • polveri organiche (per esempio, farina, polveri prodotte da carta, polveri di origine animale),
  • rifiuti, acque di scarico,
  • sangue ed altri fluidi corporei.

Alcune attività prevedono l’uso deliberato e intenzionale di agenti biologici (ad esempio quando si coltiva un microrganismo in un laboratorio di microbiologia); in questo caso l’agente biologico è ben noto; pertanto può essere monitorato più facilmente e le misure di prevenzione possono essere commisurate al rischio di cui quel microrganismo è portatore.

In altri casi la presenza di agenti biologici è una conseguenza non intenzionale del lavoro (ad esempio attività agricole), la valutazione dei rischi cui i lavoratori sono esposti è pertanto più difficile.
Per alcune delle attività disponibili informazioni sull’esposizione e sulle misure di protezione; nella scheda tali informazioni sono raccolte in una tabella che illustra Occupazioni/settori professionali a rischio- Pericoli/rischi -Misure preventive).
Tra le attività vi sono il settore della sanità, laboratori, settore alimentare, industria della lavorazione del legno. Ma anche archivi, musei, librerie (per le quali vi sono pericoli di allergie e disturbi respiratori derivanti da muffe/lieviti e batteri), oppure aree di lavoro dotate di impianti ad aria condizionata con alto livello di umidità (ad es. industria tessile, tipografica e della produzione carta).

I passi per l’eliminazione o, quand’essa non fosse possibile, la riduzione del rischio derivante da agenti biologici dipendono dalla particolare natura del rischio.
Tuttavia la scheda informativa dell’Agenzia europea individua una serie di misure che possono essere adottate in ogni caso:

  • Evitare la formazione di aerosol e polveri sospese, anche nelle fasi di pulizia o durante le operazioni di manutenzione;
  • Un’adeguata organizzazione complessiva, procedure di lavoro igieniche e l’uso di segnaletica di avvertimento sono gli elementi chiave di condizioni di lavoro sicure e sane;
  • Molti microrganismi hanno sviluppato meccanismi di sopravvivenza o resistenza a calore, disidratazione o radiazione, liberando per esempio spore. È bene prevedere misure di decontaminazione dei rifiuti, delle attrezzature e degli indumenti, nonché adeguate misure igieniche cui i lavoratori devono attenersi.

Si possono del pari introdurre istruzioni per lo smaltimento dei rifiuti in condizioni di sicurezza, per le procedure di emergenza e per le misure di primo soccorso.
In alcuni casi, le misure di prevenzione arrivano a comprendere la vaccinazione da praticare ai lavoratori su base volontaria.