MICROCLIMA E STRESS TERMICO

Nel mondo del lavoro è spesso sottovalutato il rischio relativo al microclima e allo stress termico.

Punto Sicuro, per questo motivo, ha dato il suo contributo, anche in relazione alle conseguenze dell’abbigliamento protettivo per l’emergenza epidemiologica COVID-19, che si sono soffermati sugli strumenti, sulle eventuali criticità, sulle  possibili soluzioni per le verifiche e la valutazione dello stress termico da caldo.

Presentiamo un lavoro che interviene sul “delicato aspetto dei tempi di misurazione dei parametri necessari a condurre le verifiche sul comfort o sullo stress termico dei lavoratori”.

La durata di ogni misurazione dei parametri termo-igrometrici quali temperatura, irraggiamento e umidità, deve includere un tempo di adattamento delle sonde che è di diversi minuti e che, per quelle con la maggior inerzia termica, può arrivare a circa 20 minuti.

Questa attesa è necessaria affinché tutte le sonde si portino all’equilibrio termico con l’ambiente che caratterizza ogni specifico punto di misura.

Dunque ogni campagna di misurazioni è “limitata da una frequenza di campionamento molto bassa, dell’ordine delle 2 misurazioni all’ora”.

Questo aspetto talvolta è trascurato dai valutatori con il rischio di importanti errori nella quantificazione dell’esposizione.

In “Il tempo di misura dei parametri termoigrometrici negli accertamenti tecnici di microclima”, contributo a cura di Gianluca Gambino, Daniele Meda, Alessandro Merlino, Gabriele Quadrio (CeSNIR) presentato al convegno “dBA2019 – Agenti fisici e salute nei luoghi di lavoro”, gli autori “partendo dall’espressione analitica che descrive l’evoluzione temporale della risposta di un sensore alle variazioni della grandezza misurata”. E arrivano ad una “tecnica per determinare il valore finale di questa, avvantaggiandosi di interpolazioni eseguite sui valori restituiti dalla sonda nei primi minuti del tempo di adattamento, quindi prima che questa si sia portata all’equilibrio termico con l’ambiente”. Sono poi restituiti gli esiti di alcune “prove condotte in camera climatica e sul campo”.